Isole Cicladi: vacanze sull’isola di Kea
Kea (conosciuta anche come Gia o Tzia), forma parte, con Kythnos, di una delle più pittoresche, ambigue ed affascinanti regioni delle Isole Cicladi: da una parte il territorio arido e montagnoso sembra voler mantenere un tono “distaccato” da chi visita l’isola, ma in realtà, le colline sullo sfondo e la pittoresca capitale Ioulis invitano a fermarsi.
Vivissima dal punto di vista storico, Kea fu tra i secoli VII e VI a.C.la sede di ben quattro Città-Stato, e culla di prestigiose civiltà, come la Minoica, la Simonide e la Bizantina. Non solo: da sempre terra di conquista, Kea fu presa dai veneziani durante la quarta crociata, tornò ad essere bizantina nel 1278, e poi nuovamente veneziana 1296. Ai veneziani si deve la costruzione del castello di Ioulis, eretto sui resti dell’antica acropoli. Dopo tre secoli di dominazione, nel 1527, Venezia perse Kea per mano dei Turchi Ottomani, e fu solo a seguito delle Guerre d’ Indipendenza del XIX secolo che le Cicladi divennero definitivamente greche.
L’ isola di Kea (di appena 129km quadrati) rappresenta il territorio più vicino all’Attica: dista solo un’ora di ferry da Lavrio, l’imbarco dal continente, a 20 minuti dall’aeroporto di Atene.
Kea è un’isola dalla doppia natura: elegante e tranquilla da un lato, spigolosa e quasi dimessa dall’altro. Questo carattere è visibile in tutto il territorio, soprattutto nella campagna, dove splendidi muretti a secco si alternano a strade sterrate che appaiono a prima vista abbandonate, ma che invece portano ai meravigliosi arenili isolani.
La popolazione, da sempre poco incline a vivere di solo turismo, ha visto l’isola crescere in infrastrutture ed economia, soprattutto qualche decennio fa, quando le “famiglie bene” e i professionisti affermati della Grecia continentale la elessero a buen retiro. In poco tempo sorsero le seconde case di una società che andava arricchendosi, richiamando vip e personalità dal resto d’Europa, facendo improvvisamente di questo fazzoletto di terra un luogo “alla moda”.
La capitale Ioulis, è stata costruita sul punto più alto dell’isola, e si trova a soli 5km da Korissa il porto principale. La strada verso Ioulis rispecchia il tipico paesaggio greco: case bianche che si incastonano tra querce, mandorli e mulini. Il centro di Ioulis è raggiungibile solo a piedi, ma ne vale la pena ,e la passeggiata è un vero e proprio tuffo nella storia dell’isola: le mura medievali, le strette strade pavimentate ed il castello sono tutte testimonianze di diverse epoche, che culminano nella piazza centrale, dove il Municipio del 1902, è stato costruito in tipico stile neoclassico.
Dalla piazza di Ioulis partono diverse passeggiate, che portano a luoghi nascosti, ma di grande effetto, come quella che termina con il fiero leone di Ioulide. Chiamato Lionta dai locali, si tratta di un’impressionante scultura in roccia naturale, databile alla prima Era Arcaica (VI secolo a.C.). Le leggende che circondano questa figura sono molte, e tutte affascinanti.
Spostandosi verso sud (a 16km da Ioulis) sarà difficile non vedere le splendide dimore ricavate dai vecchi mulini di Koundouros, che si alzano come piccole cime in una valle disseminata di lussuose ville aperte ed abitate solo durante il periodo estivo. Koundouros è una delle più famose località turistiche dell’isola, dove l’omonima spiaggia di sabbia è circondata non solo dal verde dei giardini privati, ma dalla splendida macchia mediterranea, che ripara tutta la baia.
Pisses (o Piessa) si trova invece a 11km da Ioulis, ed è caratterizzata dalla splendida valle ricca di orti e frutteti che la circonda. Un tempo infatti Pisses era l’unica città dell’isola a godere di un terreno fertile, e per questo divenne l’unico luogo dedito all’agricoltura. Attorno alla valle di Pisses sono ancora visibili le torri di vedetta che un tempo facevano parte delle fortificazioni militari, mentre all’interno della valle si ritrovano alcuni resti di case signorili e dell’antico cimitero.
Da segnalare la torre di Aghia Marina, che rappresenta il punto in cui si incontravano le antiche vie che univano Pisses a Korissa e Ioulis: costruita durante l’ultimo periodo dell’epoca classico-ellenica, rappresenta uno dei più alti ed antichi edifici rimasti della cultura del Mediterraneo orientale.
La spiaggia di Pisses è una delle più lunghe e belle dell’isola, con sabbia bianca e finissima, ed acque cristalline, che confina quasi direttamente con la più esclusiva spiaggia di Xyla.
L’estrema punta a nord-ovest di Kea è un vero e proprio paradiso, a partire da Korissa, il porto dell’isola, che in estate è completamente dedito al turismo, ed attorno al quale si trovano alcune tra le spiagge più belle (ma anche più frequentate) di Kea. Korissa sorge esattamente sullo stesso punto dell’antica Korissos, di cui sono visibili alcuni resti, il tempio dedicato ad Apollo e la necropoli.
A farla da padrone è però Vurkari, un pittoresco villaggio di pescatori che ha saputo equilibrare la semplice anima antica con la modernità del turismo. Bar, ristoranti e locali accolgono i visitatori con calore e semplicità, offrendo i tipici piatti della cultura locale, come la “astakomakaronada”(un piatto a base di pasta ed aragosta). A Vurkari si trova anche la prestigiosa galleria d’arte “Vourkariani”, in cui sono presenti tutti i maggiori esponenti dell’arte greca (Tsarouhis, Fassianos, Mytaras, Parmakielis tra gli altri).
Proprio di fronte a Vurkari si trova la penisola di Aghia Irinni, uno dei principali insediamenti preistorici del Mediterraneo: costruita tra il 1600 ed il 1450 a.C. Aghia Irinni si sviluppava come una cittadella suddivisa in piccoli borghi dalle strade pavimentate. Qui si trova uno dei più importanti siti archeologici risalenti all’epoca minoica, dove state ritrovate le famose Fanciulle di Dioniso, statue votive alte circa mezzo metro ed oggi conservate al Museo di Ioulis.
Ultima, ma non certo per importanza è Agios Nikolaos (San Nicola), uno straordinario porto naturale che acquisì importanza con il crescere dei traffici commerciali a partire dall’età del bronzo a tutto il Medioevo. Ad Agios Nikolaos è stato costruito nel 1831 il primo faro delle Cicladi (sui resti di un tempio dedicato a Nettuno), il secondo per importanza di tutta la Grecia.
Tra Agios Nikolaos e Vurkari si trova Yaliskari, una bellissima baia riparata da eucalipti, con uno spettacolare arenile dorato e dalle acque cristalline, mentre all’estremo nord troviamo lo splendido golfo di Otzias, l’arenile più lungo dell’isola (circa 700 metri), amato e frequentato non solo dai turisti, ma anche dai locali. Il lungomare di Otzias è costellato di tipiche taverne e locali, aperti però solo durante il periodo estivo.
Da Otzias parte una splendida strada panoramica, che porta al monastero di Panaghia Kastrian, eretto nel XVIII secolo e dedicato alla Vergine Maria, protettrice dell’isola. All’interno del monastero è conservata un’icona della Madonna in pietra, che si dice sia stata trovata nel luogo dove poi sono sorte le due chiese che formano il monastero. A ferragosto vi si celebra una bellissima cerimonia in onore dell’Assunta.
La costa orientale dell’isola garantisce più tranquillità, ed offre scorci più “selvaggi”: dai boschi di querce alle montagne. Il panorama è costellato di casette di campagna e chiesette, in tipico stile greco. In questa parte dell’isola si trovano le spiagge più traquille: dalla quella di Spathi, grande e dalla bellezza selvatica, a Psathi, una delle poche spiagge di ghiaia dell’isola.
Di particolare interesse storico-culturale è Kathea, la più importante delle quattro Città-Stato che sorsero a Kea nell’antichità. Fu una delle città più ricche dal punto di vista dell’architettura e delle infrastrutture (complicati sistemi d’irrigazione, meccanismi di difesa, miniere, laboratori ed acquedotti), e data la sua importanza si dotò di ministri, autorità e leggi proprie. Karthea rimase il fulcro della vita commerciale e sociale dell’isola fino al primo periodo bizantino, successivamente le mura medievali – con ben 6 porte d’accesso alla città – e le torrette erette a difesa del centro cittadino, distrussero ciò che rimaneva del periodo Arcaico. Oggi ben poco rimane dello splendore della città antica, ma si possono ancora vedere i resti del Tempio di Atena (datato VI secolo a.C.) e di quello di Apollo (530 a.C.), oltre al Teatro cittadino, datato I secolo a.C.
Da non perdere, inoltre, Aghios Symios (o Agios Simeon): una delle colline di Kea, su cui sorge l’omonima chiesa, costruita sulle rovine di un tempio dedicato a Venere. Questo luogo viene definito “magico” dai locali: dalla sommità della collina, ricca di spettacolari giardini pensili, è infatti possibile vedere sorgere la luna ad est, mentre il sole tramonta ad ovest. Forse sarà per questo affascinante particolare che ad Aghios Symios si tiene la festa più importante e grande dell’isola ogni primo settembre.